Denny Zardo e l’impresa oltre oceano

L’America… Un sogno coltivato per tanto tempo che, dopo anni di sacrifici e vittorie, Denny Zardo è finalmente riuscito a coronare.


Il pluricampione della velocità in salita e in pista ha preso parte, lo scorso mese di novembre, alla Classic 24 Hour di Daytona, una gara evento unica nel suo genere, una sorta di “macchina del tempo” del motorsport nata per rendere omaggio alla Rolex 24 at Daytona.
Una kermesse, quella d’oltreoceano, che, grazie all’Historic Sportscar Racing, consente di celebrare le vetture da corsa che hanno fatto la storia dell’automobilismo dagli anni ’60 ad oggi e che quest’anno ha potuto contare sulla partecipazione di oltre 300 piloti provenienti da quindici paesi diversi.
Non è stata sicuramente una settimana facile quella che ha visto protagonista il driver veneto: poco riposo e tanto lavoro sulla Porsche 911 RSR hanno messo a dura prova tutto il team Buratto ed i suoi piloti.

Una volta raggiunto il Daytona International Speedway nella giornata di martedì 12 novembre ed aver svolto le ordinarie verifiche sportive e tecniche, la squadra si è resa conto che i soli tre turni di prove libere prima della 24 ore non permettevano di sfruttare appieno l’occasione di gareggiare in uno dei circuiti più affascinanti del mondo, così ha scelto di iscriversi anche alle gare sprint che avrebbero contato al via una cinquantina di vetture le quali si sarebbero date battaglia in due gare distinte caratterizzate da sette giri ciascuna.
Mercoledì i primi a scendere in pista per le libere sono stati Giovanni Ambroso e Giovanni Gulinelli seguiti da Marco Zorzi e Denny Zardo che hanno avuto modo di saggiare il tracciato nel secondo turno di prove.
Giovedì mattina, dopo aver ottimizzato i rapporti del cambio e sostituito il motore per rendere la vettura più performante, tutto sembra procedere per il meglio fino a quando, durante i test notturni, viene riscontrato un problema al cambio proprio mentre al volante c’è il trevigiano.
Dopo una notte di lavoro e con poche ore di sonno alle spalle, il team si presenta in circuito venerdì per le qualifiche delle gare sprint; il primo a schierarsi è Zardo che riesce a staccare un positivo quarto tempo assoluto prima di doversi fermare a causa di fastidi al cambio. Nonostante questo, il crono fatto segnare consente di posizionarsi terzi in griglia di partenza.
Nel pomeriggio viene dato il via a Gara 1 sprint con Gulinelli al volante della bianca Porsche che, grazie ad una buona condotta di gara, taglia il traguardo al quarto posto finale.
Nel frattempo, ai box, si opera incessantemente per rimettere in sesto il cambio rotto durante la Q1 il quale viene, successivamente, montato sulla vettura prima che Denny si allinei per le qualifiche della 24 ore.
Il meteo non promette niente di buono; l’abbondante pioggia porta la direzione gara a sospendere la sessione di qualifica e a considerare validi i crono fatti registrare nelle libere penalizzando di fatto i veneti che si vedono costretti a partire dalle retrovie e più precisamente dalla ventottesima posizione.
Nella giornata del sabato scatta la seconda gara sprint: è il pilota di Arcade ad entrare per primo in pista partendo dal quarto posto.
Dopo aver effettuato, come da regolamento, il giro di allineamento dietro la Safety Car, nel momento dello start Zardo recupera una posizione e dopo appena un giro passa al comando della competizione. La lotta con Brad Hoyt, pilota della Corvette, e Todd Treffet, driver della Porsche 911 IROC, è serrata ed i sorpassi si susseguono sulle ripide curve del circuito per tutta la durata dei sette giri in programma, ma è nel “banking” che la Porsche 911 del trevigiano soffre particolarmente la differenza di cavalli rispetto alle vetture dei due americani e dove, purtroppo, deve ogni volta cedere a loro il passo. Nonostante tutto Denny riesce a mantenere fermamente il terzo posto assoluto e a fine gara ottiene altresì la vittoria di classe e di raggruppamento.
Archiviate le gare sprint, finalmente è l’ora della sfida più attesa ed impegnativa dell’intera settimana: la Classic 24 Hour!
Il primo stint viene realizzato da Giovanni Ambroso il quale, con l’esperienza che lo contraddistingue, porta a termine il suo turno senza prendere eccessivi rischi consegnando la vettura nelle mani di Gulinelli che riesce a guadagnare qualche posizione anche grazie al ritiro di alcuni avversari; alla fine conclude diciottesimo assoluto, ma penultimo di classe a quattro giri dal leader.
Approfittando dell’entrata in pista della Safety Car nel primo giro della fase notturna, Zardo prende il posto di Gulinelli. Con una guida decisa, il trevigiano risale dal diciottesimo al dodicesimo posto recuperando anche un giro sul pilota che fino a quel momento comandava al gruppo.
Nella terza tornata, Denny parte dodicesimo e chiude il suo turno di guida in quinta piazza consegnando la Porsche nelle mani del padovano Gulinelli il quale passa sotto la bandiera a scacchi in sesta posizione.
Nel quarto ed ultimo turno a partire è il patavino Marco Zorzi. Dopo tre giri il pilota che occupava la prima piazza ha delle noie meccaniche e si ferma ai box permettendo alla squadra veneta di passare in testa. A concludere lo stint è Zardo il quale, amministrando il vantaggio accumulato sul secondo di classe e senza forzare troppo il ritmo avendo riscontrato un problema ad un pneumatico, conduce la tedesca in prima posizione di classe precedendo vetture molto più potenti della sua e al terzo posto di gruppo.
Nonostante le tante fatiche e la stanchezza accumulata in quei giorni, la Classic 24 Hour at Daytona rimane un’esperienza coinvolgente, vissuta a tutto tondo che ha regalato a Denny Zardo un nuovo successo da riporre in bacheca, non tanto per il risultato in sé, quanto per il prestigio che una manifestazione come questa può regalare ad un pilota.

Ora non resta che attendere per scoprire quali saranno i programmi del pilota trevigiano per questo 2020 appena cominciato!

C. De Bastiani