O’Play ci ha provato, la sua è la prima delle Lancer

Tutto nella logica, niente miracolo a Saint Ursanne

Macchina perfetta, ma problemi di aderenza non hanno permesso al driver del Phoenix Racing Team di scatenare sul tracciato tutto il suo potenziale

Campione maturo e navigato, Antonino Migliuolo è lo stregone di sé stesso. Sabato dopo le prove ufficiali della 77ª Course de Côte de Saint Ursanne (cronoscalata di 5180 metri, dislivello di 350, pendenza media 10,8 per cento) aveva così predetto alla compagnia del Phoenix Racing Team: “Ragazzi io posso fare 2’10’’ con quello che ho a disposizione”. Detto, fatto. Ieri prima manche di gara in 2’10’’735, anche se non aveva messo in conto lo spavento in avvio: “Ho preso un rischio eccessivo, la macchina ha pizzicato un marciapiede e si è messa quasi di traverso, ho dovuto alzare il piede perdendo qualche decimo e soprattutto velocità”. Poi nella parte centrale in mezzo al bosco, poco grip e problemi di aderenza con un baricentro vettura troppo alto. Quindi la decisione di invertire le ruote, di ritoccare l’assetto, di cambiare l’inclinazione dell’alettone anteriore. Stefanosvki (2’09’’169), già salito con gomme nuove, temendo l’exploit del rivale, ne ha messe altre due intonse. Gioco di sguardi e di scacchi prima di accendere i motori. “Per parte mia spero di scendere a 2’09’’, di più non posso”ha ripredetto O’Play, fermando le lancette nella seconda manche a 2’09’’121, pilota di parola. Ma Igor il macedone è andato addirittura a 2’06’’864. “Complimenti a lui – sentenzia Migliuolo – che ha sfruttato a meraviglia condizioni favorevoli alla sua vettura. Io anche con due gomme nuove avrei potuto al massimo limare due secondi. Ma la nostra è la prima Mitsubishi in Classifica, un quarto posto assoluto di Categoria 1, secondo di Gruppo 3. C’è di che festeggiare, sono contento perché tutto ha funzionato a dovere. Quindi grazie di cuore alle persone che mi supportano e agli sponsor. L’avventura continua, tra due settimane saremo protagonisti in Slovenia”.