Il pilota cosentino si confessa deluso e amareggiato per non aver potuto esprimersi al meglio con un’Osella PA21/S afflitta da problemi di motore
Alza bandiera bianca e per ora saluta la compagnia di giro del Campionato Italiano Velocità Montagna. A meno di improbabili sviluppi, termina qui la stagione 2023 di Rosario Iaquinta al volante dell’Osella PA21/S con la quale ha cercato di essere protagonista nel Gruppo CN. Dopo le tre vittorie di fila e di misura ottenute ad Alghero, Sarnano e Fasano, è iniziata una “via Crucis” di tappe grigio chiaro, perché l’argento, per uno che senza tanti giri di parole punta all’oro, ha il controvalore del “primo degli sconfitti”. E il pilota cosentino non è di quelli che si accontentano di piazzarsi. “Non siamo venuti a capo ancora di nulla – sottolinea deluso e amareggiato – rispetto ai problemi di motore, centralina, cablaggi, autobloccante e altri aspetti tecnici sui quali non posso nemmeno esprimermi perché esulano dalle mie competenze. Di certo c’è che le prestazioni sono andate in calando”. Primo guaio al Trofeo Vallecamonica con gara 1 a mezzo servizio e motore ko in Gara 2. Poi alla Trento Bondone la macchina che scivola in curva e il propulsore che dà sensazioni strane, ma pareva solo un problema di setup. Quindi la rinuncia alla Coppa Teodori per lavorarci su e la decisione di rientrare al Terminillo dove però non c’è stata l’attesa inversione di tendenza. “Posso anche ammettere di aver perso con l’età un po’ di smalto – puntualizza Iaquinta – ma altra cosa è stare sopra di quasi 15’’ rispetto ai miei tempi andati. Questo vuol dire che c’è qualcosa che non va nell’auto, manca la spinta giusta. Nulla da recriminare sull’impegno e la professionalità di Catapano Corse, però io corro per vincere e ho bisogno di un mezzo che vada al massimo. Purtroppo la concorrenza viaggia al top e nessuno ti aspetta. Allora decido io di fermarmi, magari più avanti gareggerò con una vettura diversa”.